Si rafforza ogni anno il 10 agosto un legame storico che unisce gli Scannesi con San Gerardo. Pellegrini partono a piedi da Scanno,attraversano le montagne che le separano da Gallinaro, Paese della Val di Comino, percorrendo a piedi circa 55 Km attraverso antichi sentieri.
La festa patronale di San Gerardo è antica e suggestiva, frequentata da numerosi pellegrini, turisti ed emigrati provenienti dal Belgio, dalla Francia e dagli Stati Uniti. Una specie di ossessione religiosa, di frenetica esasperazione, pervade il Santuario, quando alle 18, arrivano i pellegrini di Scanno, Pettorano sul Gizio e Minturno. La tradizione vuole che all’arrivo degli scannesi, il Santo inizi a operare miracoli. Un alone di mistero avvolge il loro pellegrinare… e per due ore diventano i padroni assoluti della chiesa patronale.
L’11 agosto alle 9 è il turno dei pellegrini di Ceprano, Roccadarce e Santopadre, le cui cittadine ospitano i resti mortali dei compagni di Gerardo: Arduino, Folco e Bernardo. Alle 10,30, con partenza dalla chiesa di San Giovanni, processione per il centro storico con la presenza dei parroci di Ceprano, Santopadre e Rocca d’Arce e delle reliquie dei rispettivi Santi. Dopo una sosta al Santuario, ritorno in chiesa e solenne concelebrazione officiata dal Vescovo con i parroci delle quattro cittadine. I festeggiamenti si concludono in serata con uno spettacolo musicale e fuochi d’artificio.
Dettagli: Il Santuario fu eretto nella prima metà del XII secolo nel luogo dove, nel 1102, erano stati sepolti Gerardo ed i suoi compagni Stefano e Pietro in pellegrinaggio verso la Terra Santa. Secondo il “Libretto gotico”, alcuni anni dopo, un altro pellegrino che giaceva malato nel paese ebbe la visione di Gerardo e, imploratolo, ne ottenne di essere prontamente risanato. Il prodigio non restò isolato e commosse il popolo di Gallinaro al punto di richiederne la beatificazione che fu concessa dal vescovo di Sora Roffredo, verso il 1127. La notizia più antica della chiesa risale al 1259 ed è contenuta in un testamento conservato a Montecassino, con il quale Fra Rainaldo, eremita di San Gerardo, detta le sue ultime volontà in relazione ai propri beni. La presenza di eremiti nel Santuario è confermata dalla tradizione orale e dal toponimo “Vigna dei Santi” (Santi erano detti gli eremiti) attribuito ad un terreno presso la chiesa ancora nel catasto del 1764. Nel XIV secolo, giunsero in visita a Gallinaro alcuni parenti del Santo: nel 1355, Domenico De Gerardis che fondò la Cappella del Santissimo Sacramento e poi, nel 1376, Pietro ed Andrea De Gerardis i quali fondarono e dotarono l’Ospedale.
La devozione a S. Gerardo è viva soprattutto nei paesi della Diocesi di Sora ma sono molti i suoi fedeli anche in paesi di altre province: particolarmente note e attese sono le compagnie di pellegrini che giungono a Gallinaro il 10 agosto da Scanno, Pettorano sul Gizio e Minturno. Il lunedì di Pasqua si festeggia invece la traslazione del suo corpo nella chiesa maggiore. L’ultimo membro della famiglia del Santo che si fece vivo nel paese fu il gesuita John Gerard il quale, nel 1608, donò il braccio d’argento che ancor oggi racchiude la reliquia.
Nel 1685, in occasione dei lavori di riparazione dell’altare, furono ritrovate al suo interno le ossa di Gerardo, Stefano e Pietro. Le reliquie furono esaminate da una commissione teologica e medica nominata dal Vescovo Guzzoni e, riconosciute appartenenti ai tre pellegrini ricordati nel “Libretto gotico”, ne fu autorizzata la venerazione. Le reliquie poste in tre urne furono collocate in tre nicchie scavate nella parete retrostante l’altare principale della chiesa di San Giovanni.