FONTANA  SARRACCO

 

 

 
 

La fontana Sarracco si trova in largo Chiaffredo Bergia, lungo la via 

Abrami, di fronte all'ex chiesa delle Anime Sante, nel paese di Scanno 

(L'Aquila).

L'arcone di sinistra della fontana di notte

Nel Medioevo la zona dove si trova la fontana era sita fuori del centro

urbano. Prima del XVI secolo la fontana doveva fungere da 

abbeveratoio ma subito dopo venne ricostruita per uso urbano. Nel 

XVIII secolo la zona intorno alla fontana è interessata da espansione 

urbana con susseguente ampliamento della fontana stessa.

La fontana è suddivisa in due nicchioni realizzati a più riprese tra il XVI 

ed il XVIII secolo. La zona del basamento corrisponde all'antico 

abbeveratoio medievale. Esso è realizzato in conci di pietra di differente

grandezza rispetto alle pietre successivamente utilizzate per l'arco

sovrastante che reca la data del 1549.

Alla stessa epoca risale il basamento del nicchione di destra.

Successivamente al 1732, in concomitanza dell'espansione del centro 

urbano limitrofo per via di un'aumentata prosperità armentizia venne 

terminato l'ampliamento della fontana del secondo arcone a tutto sesto 

di destra. Nel muro venne inserita una formella con l'Annunciazione 

recante la data del 1732.

Gli ultimi interventi importanti sono del 1859 quando venne realizzata 

una piccola nicchietta sita nella zona più a destra e nella fine del XIX 

secolo quando viene sostituita la vecchia tubatura in cotto con una più 

moderna in ghisa terminata nel 1898.

Nel secolo successivo la fontana venne restaurata: il mascherone della 

regina venne ricostruito in cemento mentre le fessurazioni delle pietre 

vennero riempite con malta cementizia. Un altro restauro avvenne nel 

1987 per opera della Soprindentenza ai B.A.A.A.S. (Beni Ambientali 

Architettonici Artistici e Storici per l'Abruzzo).

Descrizione

La nicchietta sita a fianco al nicchione di destra di notte

Su ogni cannella vi è uno mascherone raffigurante un ceto sociale,

quindi chi beveva in una di queste cannelle faceva capire a che ceto

apparteneva.

sulla cannella più a sinistra c'è lo stemma raffigurante il re e da questa 

cannella bevevano tutti i nobili maschi.

Nella seconda cannella da sinistra si trova lo stemma della regina, 

quindi qui bevevano tutte le nobildonne, non era concepibile che i 

nobili e le nobili bevessero dalla stessa cannella, altrimenti avrebbero 

fatto scandalo

Nella terza cannella da sinistra c'è lo stemma dello "zoccolante", (in 

dialetto di Scanno lo zoccolante era colui che fissava gli zoccoli alle 

zampe dei cavalli, degli asini e dei muli): da questa cannella bevevano i 

lavoratori.

Nella quarta ed ultima cannella c'è lo stemma del frate cappuccino e da 

questa cannella bevevano i frati, i preti, le suore, gli elemosinati e i 

viandanti.

Nella parte più a sinistra vi è una piccola cannella, un poco più in 

basso, forse per i bambini.

La parte di destra, con le quattro cannelle, è più sopraelevata rispetto

alla sinistra, affinché le donne che dovevano attingere l'acqua 

prendessero le conche e se le mettessero sulla testa.

Dalla fontana esce acqua, considerata assai salubre: in ogni caso ha un 

sapore particolare, probabilmente in quanto ricca di sali minerali 

diuretici.

Questa fontana è stata realizzata in pietra locale, una sorta di calcare 

compatto simile in tutto e per tutto al travertino.

 

FONTANA DEL PISCIARELLO DI SCANNO

 
Fontana di Scanno, in provincia dell'Aquila, sita in Via Sant'Antonio, 
 
presso la chiesa di Sant'Antonio da Padova.
Nel XVIII secolo era un semplice abbeveratoio rurale,[1] sito al di fuori 
 
delle mura urbane e nel 1787 quando fu trasformato in fontana 
 
monumentale fu inglobato nelle nuove mura, che nel 1837 fu restaurato 
 
il paramento murario, la copertura e le condutture furono sostituite, 
 
mentre nel 1862 il mascherone centrale fu sostituito. Nello stesso 
 
periodo vennero eseguiti dei lavori di risanamento della conduttura in 
 
cotto, e venne pavimentato in pietra il manto stradale antistante alla 
 
fontana.
La fontana, in pietra locale squadrata, ha un arco sopra la cannella e 
 
sopra l'arcosolio un altorilievo di un ruminante (verosimilmente una 
 
capra) che, nel 1862, sostituì il precedente.L'acqua viene emessa da 
 
due gargolle, sorta di cannelle poste in mascheroni dalle figure bizzarre 
 
che sprigionano l'acqua dalle loro fauci e la immettono in due 
 
parallelepipedi. I due mascheroni, posti a fianco al nicchione ad arco 
 
hanno la loro plastica allo stesso tempo sia piatta che elaborata, il 
 
antropomorfo si mescola a quello fitomorfo, la barba dei personaggi 
 
viene raffigurata come se fosse la corolla di un fiore, mentre le orecchie 
 
sembrano un ornamento tardo-settecentesco. I mascheroni risalgono 
 
alla seconda metà del Settecento. Il fastigio curvilineo dell'arco è in 
 
stile rococò. A sinistre vi è una nicchietta con un piccolo rosone in cui 
 
vi è una terza cannella detto localmente "beverino".Sotto i due 
 
parallelepipedi la fontana consta di una vasca che raccoglie le acque 
 
prima di mandarle nel sistema fognario.
La fontana, in tempi remoti veniva utilizzata sia dalle persone, sia dagli 
 
animali