Il Dialetto di Scanno...
Sul piano linguistico Scanno si differenzia da tutti i centri dell’entroterra abruzzese per un dialetto ricchissimo di vocaboli che spesso risultano di difficile traduzione in lingua.
L’inflessione, la pronuncia hanno delle caratteristiche specifiche che non trovano riscontro in altre zone. In particolare si ravvisa una prevalenza di suoni cupi e della vocale “u” che testimonia come il vernacolo scannese si sia mantenuto molto fedele al latino:
Allucche (adloquor) = grido
Alluche (ad locum) = lì
Ju (illud) = quello
Stu (istud) = codesto
Sono moltissimi gli esempi che si possono citare per confermare questa fedeltà al latino.
Tuttavia Scanno, che faceva parte del Regno di Napoli, ha subito nel passato innumerevoli invasioni (Normanni, Longobardi, Svevi, Aragonesi, Angioini, Asburgo, Borboni) che hanno inciso notevolmente nell’evoluzione linguistica.
D’altro canto il contatto con i paesi della Magna Grecia, determinato dalla transumanza, ha favorito l’ingresso nel vocabolario dialettale di termini di indubbia origine greca:
Carafocce (cheir–foveo) = tasche
Leuma (lalema) = loquacità
Ntruosche (enterecos) = intestino
Spara (sub–baros ) = cercine (di stoffa o di paglia)
Ufane (eu faino) = vanitoso
Uié (uiòs) = figlio
Zito (zugos) = sposo
Sono termini derivati dalla Grecia.
Ma la lingua che più di tutte ha inciso sul vernacolo scannese, sia nella pronuncia che nella terminologia, è il francese, per effetto del lungo periodo della dominazione angioina. Accanto all’articolo determinativo “ju” (il) è frequentissimo l’uso di “le” con la “e” finale muta o vocale indistinta di chiara origine francese. Questa vocale indistinta la ritroviamo nel singolare di molti termini (pane, vine, case…).
Il pronome personale di prima e seconda persona plurale si pronuncia “nu” e “vu” esattamente come i termini francesi. Rinveniamo in molti vocaboli l’uso della “l mouillèe” (famija, fija, paija…). Col tempo il dittongo “au” ha cominciato a pronunciarsi “o”. Peraltro numerosi termini sono di chiara origine francese:
Accattà (acheter)= comprare
Appellà (appeler)= chiamare
Armoire (armoire)= armadio
Cambra (chambre)= camera
Ceracia (cerise)= ciliegia
Ciufielle (sifflet)= fischietto
Gravara (gravier)= detriti
Jemeie (jamais)= non sia mai
Laura (laurier)= alloro
Cocca (coq)= gallo
Maccature (mouchoir)= fazzoletto
Quadrija (quadrille)= ballo
Reveije (reveiller)= svegliare
Ruella (rue)= vicolo
Ruva (rue)= vicolo
Salvietta (serviette)= salvietta
Travaije (travail)= lavoro
Tuletta (toilette)= toletta
Vuccula (boucle)= gancio di ferro
Molti termini dialettali si differenziano completamente dai corrispondenti termini in lingua e non presentano alcuna affinità con essi nella radice o nel tema.
Sono termini “unici” della lingua scannese e, per la maggior parte, sono attinenti alla pastorizia, all’ambiente domestico, al costume, alle tradizioni, all’alimentazione, alla religione, all’architettura.
Attraverso un loro attento esame è possibile cogliere preziose informazioni sulla cultura scannese, comprenderne le caratteristiche e la specificità. In particolare, come è possibile rilevare dagli elenchi che seguono, è stata la cultura agro-silvo-pastorale a dare il massimo contributo alla creazione del patrimonio linguistico.
Voci del mondo agro-silvo-pastorale:
Abbafà = abbeverare
Acquasale = pane bagnato con olio e sale
Aine = agnello
Angene = bastone di legno
Ardeca = ortica
Ballature = attrezzo per l’imballaggio
Batafischie = bastone di legno
Bucche = tascapane
Caccave = grande caldaia
Camarda = pecora vecchia
Camastra = catena di legno
Capemuzze = ceppo
Carusà = tosare
Caruse = luogo per la tosatura
Casciere = pastore che fa il formaggio
Casone = rifugio
Cecora = cicoria
Chioppe = scarponi
Ciallella = verdura di montagna e pane bagnato
Ciavarra = pecora di un anno
Cioccare = ciocco
Cuoppe = grosso mestolo
Cutture = paiuolo – pentola di rame
Fellata = pecora di due anni
Frescella = cestello per il formaggio
Grasciatare = grembiule in pelle per la mungitura
Jacce = stazzo
Jaccule = filimento
Jerva = erba
Mandra = recinto dell’ovile
Massare = dirigente
Mierche = marchio
Morra = branco
Mugneture = recinto per la mungitura
Orape = spinacio selvatico
Paijare = fienile
Panecuotte = pancotto
Pastora = laccio
Piesule = cavalletti di legno
Posta = luogo di sosta
Pulcione = giubba in pelle
Pulone = grande vasca
Quaijata = giuncata
Recuttale = cestello per la ricotta
Rumbeture = attrezzo per rompere il formaggio
Saparchia = grosso cucchiaio
Sarrecchia = falce
Scamazze = pastorello
Scaraiazze = tettoia
Schite = pane senza condimento
Sciuscielle = pane e uova bolliti
Soma = carico
Spunzata = agnellino cotto nel paiuolo
Sterpa = pecora sterile
Strangunera = gambale di pelle
Stuppele = turacciolo
Tragne = secchiello
Trazzera = sentiero per le pecore
Tumbagne = piano di legno per lavorare il formaggio
Uorte = orto
Varda = basto
Veceta = avvicendamento delle colture
Vecicchia = carne essiccata di pecora
Voltarecchia = aratro
Vrigne = mangiatoia per i maiali
Vuccula = gancio di ferro
Vuttare = buttero
Zuppettone = lesso con brodo
Voci dell'abbigliamento, della tintoria, della lana e dell'arte orafa:
Anche l’abbigliamento, soprattutto per l’unicità del costume muliebre, ha contribuito ad arricchire il vernacolo scannese. Il costume, infatti, consta di molteplici elementi , ognuno dei quali ha un suo nome specifico. Peraltro ad esso fanno capo molte attività come l’arte della tintoria e della lana e o la stessa arte orafa caratterizzata dalla produzione di gioielli finalizzati a rendere più attraente e decorato l’abito femminile.
Azzullaije = abbottonare
Cappellitte = copricapo
Carafoccia = tasca della gonna
Cauze = pantaloni
Centrine = cinturino
Cerceije = orecchini
Cerluotte = pantofole
Chezette ferrate = calze ferrate
Cicirchieta = anello
Coppola = berretto
Cummudine = corpetto
Fasciature = fascia di seta
Gammatta = gomitolo
Lappe = lembo
Mandera = manto,grembiule
Ndrappa = panno pregiato
Pedera = bordo inferiore della gonna
Pepusce = pantofole
Presentosa = spilla
Pulcione = giubbotto
Scarsella = tasca
Scherfuore = pantofole
Sciala = cravatta
Scolla = merletto
Spingula = spilla
Strangunere = gambali di pelle
Tocca = pezzo di tela dura
Viulitte = piccolo velo
Zenale = grembiule
Zimba = panno tessuto a mano
Voci riferite ad usi, costumi, tradizioni e ambiente domestico:
Scanno è al centro dell’attenzione di molti studiosi (antropologi, sociologi…) per il ricco patrimonio di usi, costumi e tradizioni antichissime di cui spesso è difficile comprenderne il significato, individuare l’origine.
Era inevitabile che il dialetto risentisse della ricchezza di questo patrimonio arricchito di vocaboli riferiti all’uso domestico.
Abbe = meraviglia
Affedé = promettere fedeltà
Appennesella = serenata
Asena bandasema = fantasma
Cannata = brocca
Cantalone = nenia funebre
Casurielle = salvadanaio
Catenacce = corteo nuziale
Ciappetta = molla
Ciucculattera = caffettiera
Cruvella = macinagrano
Cummite = scampagnata
Cunsuole = consolo
Cuppine = mestolo
Cutture = pentola
Fajenza = stoffa
Fazzatora = tavola per impastare
Fressaura = friggitrice
Furcina = forchetta
Gloria = falo’
Granara = scopa
Mammara = ostetrica
Maniere = mestolo
Mazzamarielle = folletto
Mensale = tovaglia
Mesa = madia
Mesera = maschera
Murtale = mortaio
‘Ncanata = canto dei mietitori
Panarda = matrimonio concordato
Portazecchine = portafoglio
Priezzula = piccola sedia
Pumpunare = fantasma
Puntunera = consolle
Ranocchia = stufa
Rettrella = culla
Sanza = madrina
Sanzane = mediatore
Saparchia = cucchiaio di legno
Sgummarielle = colapasta
Spartenza = partenza
Striella = tavola sottile
Struvulapenne = strofinapanni
Vezzina = fuliggine
Zita = sposa
Zite = sposa
Il paese di Scanno appare agli occhi del visitatore come un piccolo presepe. Le case si addossano l’una all’altra quasi vogliano sostenersi a vicenda o difendersi dai rigori del freddo invernale. Ha un’architettura ricchissima che risente di vari stili architettonici e in particolar modo del barocco. Molte sono le case signorili, i portali, le chiese, le fontane che si armonizzano con le dimore della gente comune. Anche in questo caso si è registrato un influsso sul dialetto scannese che presenta, a tal riguardo, termini di particolare interesse.
Voci dell'Architettura:
Arruoije = orologio
Cambra = camera
Cellarella = piccolo vano
Cemausa = scalinata esterna
Curnone = angolo
Cuttrille = cortile
Fuorchie = porcile
Guccitte = botola
Macerina = muretto a secco
Peteca = bottega
Pingeche = tegola
Purtone = portone
Ruella = vicolo
Paijare = fienile
Saittera = feritoia
Scanafischia = fessura
Spuorte = supporto
Suttana = cantina
Tambelature = soffitto
Vuccula = gancio di ferro
Zucculature = battente
La maggior parte dei vocaboli è, ovviamente, riconducibile ad una tematica specifica. Appartengono al discorrere quotidiano e spesso presentano caratteristiche semantiche di difficile interpretazione.
Molti di essi attengono all’oggettistica ed hanno una loro specificità che potrebbe essere oggetto di accurate indagini etimologiche.
Termini Vari:
A capaballe = sotto
A capammonde = sopra
Abbotta = gonfia
Abbretè = avvolgere
Accattà = comprare
Acchetugnà = malmenare
Acciuccarse = chinarsi
Acciuite = appagato
Addumane = domani
Aerta = alta
Aità = cullare
Alla segreduna = all’improvviso
Allanganate = vinto
Alluccà = urlare
Alluche = là
Ammuccarse = cadere
Andò = dove
Appettata = salita
Apprezzà = scagliare
Ardeca = ortica
Arrecchià = ascoltare
Attidie = pensieri
Azzullaije = abbottonare
Azzuppà = cadere
Bandoni = lamiere di ferro
Candone = gradino
Canna = gola
Cannaruozze = gola
Capà = scegliere – entrare
Capellà = più in là
Carafelle = bolle
Cavuta = buca
Cavutà = bucare
Ceccia = getto d’acqua
Cellarella = sgabuzzino
Celugne = schizzinoso
Cercua = quercia
Chela = parecchi
Chennerine = corde vocali
Chiacchielle = fanfarone
Chiuorte = storto
Chivielle = nessuno
Cialefone = disordinato
Cicceche = pensiero fisso
Cieca = poco
Cieciula = pancia
Cioccare = legna grossa
Ciufielle = fischietto
Ciumme = rialzo
Ciurle = capelli
Cizza = bambina
Costa = salita
Cubbelle = niente
Cucivule = garbato
Cucumaija = ardere senza fiamma
Cummite = scampagnata
Cunucella = rivolo d’acqua
Ecc’afore = qua fuori
Ecc’avendre = qua dentro
Ecche = qua
Ecchiele = occhiali
Entresatta = improvviso
Fatijè = lavorare
Fetarole = galline
Frijluse = freddoloso
Fronna = foglia
Frucetta = strumento di ferro
Fruospe = fiammifero
Frustune = mortificato
Furrune = precipitosamente
Gemeje = giammai
Grascia = abbondanza
Guccetta = botola
Irsene = andarsene
Jamme = andiamo
Jettà la varda = arrabbiarsi
Jozza = rifiuti
Lasca = larga
Leccamusse = schiaffo
Leste = velocemente
Lota = immondizia
‘Mbonne = bagnare
‘Mbranato = impacciato
‘Mpiastre = ragazzo
Mafine = schiaffo
Mammara = ostetrica
Mammocce = ragazzino
Mandemane = questa mattina
Mappene = schiaffo
Massera = sera
Mazzamarielle = folletto
Mazzitte = batacchio
Mesera = maschera
Muccule = muco
Munachelle = fuocherelli
Mundunare = immondezzaio
Munnà = scopare
Munnezza = immondizia
Muzzette = misura di grano
‘Ndrumiente = nel frattempo
‘Ngialifà = imbrattare
‘Nserrà = chiudere
Na’nzegna = poco
Nasca = adorato
Naticchia = asticella di legno
Ndurtielle = oggetto di fantasia
Necciuole = erba commestibile
Nennille = bambino
Nesengluocche = pianta commestibile
Nieste = presto, subito – a sufficienza
Ntarassusiè = non sia mai
Nusca = muschio
Nzulfanite = arrabbiato
Paccute = spesso, doppio
Pallante = sasso levigato
Papambane = papavero
Patana = bernoccolo
Pecchiete = pazzo
Pelleccione = sudata
Pentarella = maculata
Pepetigne = smanie
Pescrè = dopodomani
Pijà = ardere
Pingiche = tegola
Portazecchine = portafoglio
Pumpunare = fantasma
Pute pute = calmo calmo
Quatrà = ragazzo (quattro anni)
Rabboità = fare bufera
Rammure = spegnere
Rasora = rasoio
Rattuocchele = pettegolezzo – discorso
Refana = mucchio di neve
Reija = rabbia
Rende rende = vicino vicino
Restoccia = stoppia
Retrangule = ostacolo
Retrescene = raganella
Riella = righello
Rucetta = lucertola
Sanzane = mediatore
Sarrecchia = falce
Satulle = sazio
Sauze = pianta commestibile che nasce sulle pietre
Scanafischia = fessura
Scapelè = liberare
Scarapingeche = pipistrello
Scengeneta = disordinata
Schiamà = sgolarsi
Schiariche = schiappe
Schiuffà = sbattere violentemente
Scicche = gustoso
Scierte = deviatore d’acqua
Sciuppà = scippare – togliere con violenza
Sciurtà = allontanare – finire
Scoppola = schiaffo
Scorta = finita
Scorzeca = corteccia
Scrierse = allontanarsi, scomparire
Scrujazze = frusta
Scrupetille = cespuglio
Serra = altura
Spartenza = separazione
Spicce = libero
Stemperielle = stinchi
Stramussà = cadere
Strennechè = stendere
Stuppele = turacciolo
Suca = corda
Sulagna = canicola
Suleche = solco
Taccare = bastone
Torza = fascio di legna
Trettechè = agitare
Tuppanara = talpa
Turture = bastone per picchiare
Uaione = ragazzo
Uappe = vanitoso
Uatte uatte = silenzioso
Ufane = vanitoso
Uié = oh Dio!
Vallanza = confidenza
Vanna = parte, luogo
Varichitto = valle chiusa
Vatte = battere
Vava = saliva
Vavarella = acquolina
Ventura = sorte, destino
Veteche = salice
Vrevuttà = borbottare
Vrucecà = mischiare
Vuccalone = ciarlone
Zellose = permaloso
Zeppetta = mento
Zirille = pigne
Zumpà = saltare